Bialetti Industrie cambia proprietà e si prepara a voltare pagina sotto una nuova guida internazionale. Il gruppo, icona del caffè e dell’houseware italiano, con oltre 900 dipendenti e sede a Coccaglio (Brescia), è ufficialmente passato sotto il controllo di Octagon BidCo Spa, società indirettamente controllata da Nuo Octagon. L’operazione, annunciata lo scorso aprile, ha ora raggiunto il closing definitivo, segnando un momento cruciale per il futuro dell’azienda.
Octagon ha acquisito il 78,567% del capitale sociale di Bialetti e il 78,650% dei diritti di voto, pari a 121.607.985 azioni ordinarie. Il corrispettivo versato per la quota è stato di 47,334 milioni di euro, ma l’intera manovra di acquisizione si inserisce in un contesto più ampio dal valore stimato intorno ai 150 milioni di euro, comprensivo di operazioni di rifinanziamento e riequilibrio del debito.
La nuova governance ha già preso forma: dopo le dimissioni del presidente Francesco Ranzoni e di due consiglieri (Marco Ghiringhelli e Amelia Mazzucchi), il nuovo CdA accoglie Giuseppe Morici nel ruolo di presidente, affiancato da Rocco Sabelli e Francesca Di Pasquantonio. Restano in carica Egidio Cozzi (amministratore delegato), Paola Petrone, Simonetta Ciocchi e Tommaso Paoli. Cambio anche nel collegio sindacale, con Andrea Cioccarelli sostituito dal supplente Diego De Francesco.
L’acquirente, Nuo Octagon, è una joint venture tra il fondo Nuo Capital e la holding Jakyval, espressione degli eredi di Hermès. Entrambi i partner sono noti per il sostegno a imprese del made in Italy, con l’obiettivo di valorizzarne l’identità e rafforzarne la competitività globale. Nuo, attiva dal 2016, ha già investito circa 500 milioni di euro in aziende italiane come Scarpa, Venchi, Marvis, Subdued, Montura e Bending Spoons.
Il nuovo assetto porterà anche all’uscita di Bialetti da Piazza Affari. Octagon ha annunciato un’Opa totalitaria obbligatoria sulle azioni ancora flottanti, a 0,467 euro per azione, con l’obiettivo dichiarato del delisting. Il titolo, che nella seduta precedente aveva chiuso a 0,458 euro, sarà quindi ritirato dal mercato azionario.
L’operazione rientra anche in un ampio processo di rifinanziamento del debito societario, che ha visto scendere l’esposizione di Bialetti da 98,6 milioni a 44,1 milioni di euro, grazie a nuovi apporti di equity contestuali all’acquisizione.
“L’operazione pone nuovi obiettivi di crescita per un marchio storico che manterrà la sua forte identità culturale italiana”, ha dichiarato Tommaso Paoli, amministratore delegato di Nuo. Anche Egidio Cozzi ha confermato la visione condivisa con la nuova proprietà, sottolineando la volontà di crescere mantenendo i valori storici del marchio.