Il clima natalizio a Brescia quest’anno è offuscato dalle difficoltà economiche che coinvolgono tre importanti aziende del territorio, lasciando incertezza per il futuro di oltre duecento lavoratori. Tra le realtà più colpite c’è la Stanadyne di Castenedolo, dove cento dipendenti hanno imparato della messa in liquidazione della società, specializzata in iniettori per motori diesel. L’annuncio ha portato a una mobilitazione immediata da parte della Fiom Cgil, con presidi permanenti davanti ai cancelli dell’azienda e il coinvolgimento delle istituzioni locali e nazionali.
L’amministratore delegato, ora liquidatore, ha incaricato Confindustria Brescia di individuare potenziali acquirenti per evitare la chiusura definitiva del sito. I lavoratori sperano che, dopo le festività natalizie, la produzione possa riprendere, anche se i dubbi restano.
Altri casi critici riguardano la Prandelli spa di Lumezzane, con 52 addetti, e la Filartex di Palazzolo sull’Oglio, che conta 63 lavoratori. La Prandelli ha richiesto il concordato semplificato per la vendita del bene, mentre la Filartex è in attesa di liquidazione giudiziale. I sindacati hanno sollecitato l’attivazione della cassa integrazione per cessazione, per garantire un sostegno ai dipendenti durante la transizione.
A questi casi si aggiunge anche la situazione della Tevere di Brescia, dove cinquanta lavoratori sono stati messi in cassa integrazione a seguito della chiusura di uno degli stabilimenti cittadini.
Iveco e la crisi dell’automotive
L’ Iveco di Brescia, con oltre 1.600 dipendenti, non è immune alla crisi. A causa del rallentamento del mercato e delle difficoltà del settore automotive, la classica fermata natalizia di due settimane sarà prolungata di altre due settimane di cassa integrazione.
Il comparto metalmeccanico bresciano è tra i più colpiti: sono quasi 300 le aziende coinvolte, per un totale di oltre 16mila lavoratori interessati dalla cassa integrazione.
Un’industria in affanno
I dati più recenti confermano che la produzione industriale bresciana è in calo da cinque trimestri consecutivi, e l’export, punto di forza del territorio, ha registrato un’ulteriore flessione da gennaio a settembre 2024.
Il nuovo anno si prospetta complesso, con il settore siderurgico – tradizionalmente trainante – che mostra segnali di debolezza. Il tessuto industriale locale dovrà affrontare sfide importanti, cercando soluzioni per rilanciare la produzione e garantire stabilità ai lavoratori.