In un simbolico atto di distacco dalla propria storia fascista, i comuni di Nave e Rodengo Saiano si apprestano a revocare la cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini quasi un secolo fa. Questo gesto non solo riflette una critica storica approfondita ma rappresenta anche un chiaro segnale di rottura con il passato autoritario del paese.
A Nave, la decisione sarà presa durante la seduta del Consiglio comunale lunedì 22 aprile. Il dibattito in aula seguirà la presentazione di ricerche storiche che hanno messo in luce come la cittadinanza onoraria a Mussolini non fu una decisione autonoma del consiglio comunale dell’epoca, ma una imposizione diretta del Prefetto in un periodo di consolidamento del potere fascista. La revoca si propone di “non cancellare la storia, ma di scrivere una nuova pagina”, come sottolineato dal sindaco Matteo Franzoni.
Rodengo Saiano seguirà un processo simile sabato 20 aprile, con una riunione convocata dalla sindaca Rosa Vitale. L’esame delle carte storiche ha rivelato che anche questo conferimento fu un’azione calata dall’alto, una mossa di Mussolini per rafforzare il suo controllo politico in un momento cruciale per il regime. L’obiettivo dichiarato è ripristinare l’autonomia dell’ente locale, eliminando un simbolo di oppressione e rendendo omaggio ai veri eroi locali, come Giovanni Battista Vighenzi, a cui sarà proposta la cittadinanza onoraria.
Il caso di Nave e Rodengo Saiano si inserisce in un contesto più ampio di revisione critica del passato fascista in Italia, un processo che continua a suscitare dibattiti e riflessioni. La revoca di onorificenze legate al regime fascista da parte di enti locali è vista da molti come un passo importante per consolidare i valori democratici e antifascisti, promuovendo una memoria collettiva più consapevole e inclusiva.