Il punto di svolta: la manifestazione dell’11 marzo
Il caso emblematico che ha catalizzato l’attenzione di Curcio e spinto alla presentazione dell’interrogazione è avvenuto l’11 marzo, quando manifestanti, piazzando una statuetta della Madonna su una panchina e brandendo cartelli con scritte anti-abortiste quali “Mamme i vostri figli vi perdonano”, hanno dato vita a una protesta silenziosa ma significativa fuori dagli Spedali Civili di Brescia. Tale episodio ha evidenziato la necessità di considerare misure più severe per garantire che l’accesso ai servizi ospedalieri non sia impedito o limitato da attività di protesta.
La proposta di Curcio: Daspo urbano esteso agli ospedali
Curcio ha interpellato direttamente la sindaca, interrogandola sulla possibilità di estendere l’applicazione del Daspo urbano – già previsto per altri contesti dal decreto Salvini – anche ai presidi sanitari. Tale misura restrittiva, ideata per prevenire comportamenti che impediscono la normale fruizione di spazi pubblici, potrebbe rappresentare uno strumento efficace per contrastare le manifestazioni che si pongono come barriere all’accesso alle cure.
Una questione di diritti e sicurezza
La proposta solleva interrogativi non solo sul diritto alla libera espressione, ma anche e soprattutto sul diritto all’accesso alle cure in un contesto di sicurezza e rispetto per pazienti e personale sanitario. La questione è complessa e richiede un equilibrio tra la tutela della libertà di manifestazione e la necessità di assicurare un ambiente sereno e privo di ostacoli per chi si avvicina alle strutture sanitarie, specialmente per servizi delicati come quelli ginecologici.